Meditazione, preghiera, avere l’onore.

Premetto
quello che sto per scrivere
può essere un enorme alibi
per giustificare la mia pigrizia
anche se non credo
ma di solito chi trova gli alibi
crede a quelli, non ad altro.

A volte sento di fermarmi
e dura un po’.

Ho la sensazione, anche la meditazione
come quasi tutto ciò che piace
può diventare separativa.
Mi rendo conto di quello che ho scritto
penso é molto probabile
non ho capito niente.
Non so niente
come capita spesso
non solo all’inizio.
Le frequenze praticate nella meditazione
indubbiamente
dimostrano al corpo di poterle abitare
ma il corpo nella sua prassi diurna
vive tutt’oggi frequenze molto più basse.
Credo di sentire
non é così semplice trasformarle.
Ripeto
reputo
é fondamentale
l’esperienza del sentire di poterci arrivare
ma allo stesso tempo si ha a che fare
con la manifestazione;
trasformare o far salire le frequenze basse
in una prassi non é così semplice
non credo basti stare in meditazione.
Mi rendo conto di come cambia la coscienza
come trasforma il tuo contorno esterno
come vedi gli altri al mondo
molto profondamente
molto profondamente
trasforma la tua Visione
molto profondamente
ma direi avverto
non abbastanza.
Profondamente é non abbastanza?

Sì, questo é quello che sento.

Insomma ogni tanto sento che mi devo fermare
come se mi dovessi assestare
come se continuando perderei un’unità
che ormai avverto.
Non so
forse bisogna essere degni
e questo può darsi sia un modo articolato
per dire che ancora non lo sono
e lo sento chiaramente
come sento chiaramente
le frequenze più alte
hanno bisogno di lavorare
hanno bisogno, non so come
di trasformare la materia
che permette loro di riascoltare.
C’é bisogno di tempo
anche se a volte sembra di perderlo
di essere pigri, di non sistemarsi
difronte alla propria candela la mattina
ma il corpo dice no;
ancora non ho ben capito
la differenza tra una resistenza
e una semplice attesa per placare un’impulso
il fare
la causa che chiama l’effetto
ed elimina qualsiasi possibilità di risposta rilassata
a cui si spera di arrivare un giorno.
Non lo so
principalmente non lo so
ma a volte sento di fermarmi.
La meditazione
può essere un nutrimento dell’ego
questo é molto molto strano
e pur avendo come presupposto alla pratica
la il grado di nudità raggiunta
sento comunque a volte
il bisogno di fermarmi
di non praticare
di aspettare che il corpo chiami:
ho chiaro
incredibile come solo colui che chiama
può essere trasformato
non é qualcosa che può entrare
al di là della postura
e la Postura non é solo il tuo grado di apertura
la tua umile intenzione
il tuo darti
dipende in modo assoluto e contingente
dal corpo sei e non sai
le cellule che hai e non conosci
ma non é  una negazione
é un’osservazione di qualcosa
non inefficace in assoluto
ma sento nella pratica
può separarsi il corpo
e questo lo trovo molto pericoloso.
Trovo molto molto pericoloso
andare avanti in questa direzione
e lasciare fuori la vita
lasciare fuori la prassi
lasciare fuori la nostra manifestazione
e raccontarsi, forse in verità
nessuno lo sa
di essere altrove
di essere arrivati chissà dove
ma sento che é solo un pezzo
non si porta dietro tutto il resto.
Non é far morire il corpo
come troppi insegnamenti ci hanno indicato
ma saper portare luce nel mondo.
Sentire chiaramente di non aver l’onore di farlo
mi fermo e accetto.

Comunque

...

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