La pace del mattino qui, é stupore. Non andrei mai, via da qui. Resterei, per questa pace senza sveglia la mattina, per guardare il bosco ad ore, leggere due righe, quaranta pagine, poi il caffè, due chiacchiere, allenarsi senza forzare. E’ il primo anno che non forzo, il mio primo anno, non mi interessa il risultato. Ascolto la resistenza, non l’assecondo, con dolcezza cerco di sedurla, spesso é il movimento che scioglie se ben guidato. Se non scioglie, mai forzare, il lavoro da fare é altro non quello. Ascolta e prova su quello, non voglio più ragione, sapere dove arrivare e quando; lascio. Mi sorprendo molto, non ho tutta l’ansia della forma; sempre curiosa ma più in ascolto, guardo poco, non volitiva all’assillo. Tutti i doveri che sentivo, livello professionale, le allieve, il ritorno dopo l’estate, sparito. Puff.
Farò tutto quel che ci sarà da fare, mostrando semplicemente a parole se il ginocchio ancora duole.
Sento chiaramente, come mai,  tutto il corpo lo sta aiutando, tutto, non posso forzarlo in una direzione diversa da quella…non farò grandplié per qualche tempo… e se fosse per sempre? Avevo sempre questa paura, l’ho sempre avuta, tutto il corpo a disposizione mia al massimo della sua prestazione: non avevo tutto il corpo, ne avevo solo un pezzo e quello che conta di meno, gli occhi si bagnano quando penso questo. Ora so, ne avevo un piccolo pezzo, diviso, era più prestazionale? Solo per chi ancora non sa vedere.

Piango di felicità per quello che mi sta accadendo e spero per la prima volta di riuscire a non strapparlo per questa mania di avere.
Il Corpo non é mio
con devozione donarlo
alla sua strada
qualsiasi sia
anche quella del dolore.
Se é la Strada
il dolore gira
si confonde con il resto
sparisce magari per riaffiorare
non dico dove.
Manola stai attenta
non strappare
per non accettare
non sai cosa é un ginocchio
rispettalo, vedrai
scoprirai altro
quella cosa in cui sei dentro.
Il Fuori é un infinito dentro
legg’era e fino a quanto
del dove che non conosco.

Uomo solo, questo é il tuo Gioco.